Ormai parecchi anni fa, ero seduta in un’aula del Politecnico di Milano ad aspettare il mio turno per l’esame di Arredamento e Architettura degli Interni (1° annualità, quindi eravamo tutti ancora ragazzini alle primissime armi). L’aula era ovviamente affollata e carica di tensione. Nell’attesa cercavo di seguire lo svolgimento degli esami dei miei colleghi, in modo da spuntare dalla mente le domande già fatte e simultaneamente fare un ripasso last minute.
Il ragazzo sotto esame, a un certo punto del suo discorso descrittivo sul progetto svolto, pronuncia la frase :” …in questo modo sono riuscito a CREARE un secondo bagno e…”, il Professore, senza nemmeno fargli mettere il punto al periodo lo interrompe :” Perché… lei CREA lo spazio? Lei è così bravo da  CREARE un secondo bagno? Non lo sa che questa capacità ce l’ha, appunto, solo il Creatore?
Si dice RICAVARE, REALIZZARE, INSERIRE, PROGETTARE ma non CREARE!!”.  Silenzio in aula, restituzione del libretto e arrivederci alla prossima sessione…
All’epoca e ancora per molto tempo dopo, quella reazione mi era sembrata assurda ed esagerata ma, col passare del tempo ho capito cosa voleva farci intendere il docente.
Voleva essere un invito (anche se brusco) all’umiltà, perché progettare degli spazi abitativi è un’operazione che richiede preparazione ed esperienza, richiede conoscenze tecniche precise, analisi dei bisogni, dei costi, dei tempi, dei gusti, dei materiali e di come tutto questo cambierà nel tempo.
Per questo dovevamo imparare ad abolire il verbo “creare”. Il controllo nell’uso di questa parola, che siamo sempre tentati di usare ci ricorda, ogni volta che affrontiamo un lavoro, che progettare non è un’arte magica ma ha bisogno di tempo e riflessione.
Sarà che ho una formazione scientifica, che continua a starmi incollata, nonostante sempre più spesso io tenti di scrollarmela di dosso. Inoltre considero l’architetto, al di là del luogo comune che lo immagina stralunato, strampalato e con la testa piena di idee bizzarre, prima di tutto come un tecnico e poi come un’artista.
Quindi benché sia giusto lasciare spazio all’immaginazione, quando si pensa a progettare o rinnovare una casa o anche solo una stanza, bisogna pensare che ogni cambiamento ha un costo, comporta una certa dose di disagio (soprattutto se la casa è quella in cui viviamo già) e comporterà un effetto domino all’interno dell’abitazione se non si è pensato a come integrare ciò che si vuole cambiare con ciò che si vorrebbe invece conservare. Per cui si rischia di partire con l’idea di rinnovare qualcosa e poi ci si ritrova a voler cambiare tutto perché il nuovo non si integra con il vecchio che sembra, improvvisamente, ancora più vecchio. E’ sempre necessario pianificare ogni lavoro, anche piccolo, con calma e attenzione.
Perché se è vero, come diceva il mio professore, che lo spazio non si crea, è vero purtroppo che, quando si decide di fare delle modifiche di una certa importanza, qualcosa tocca distruggere. Ma è anche vero, per fortuna, che nel caso in cui si voglia solo dare un tocco di make-up alla nostra casa, in un’ottica di ecologia e di economia,  seguendo il proprio gusto o con l’aiuto di un professionista si può cercare di conservare il più possibile.
Di seguito potete vedere delle foto di un lavoro che ho ultimato di recente, la ristrutturazione completa di un appartamento in uno stabile degli anni ’60.
STATO DI FATTO
Finiture e impianti risalenti agli anni ’60 da rifare. Distribuzione interna inadatta alle attuali esigenze. Cucina troppo piccola e lontana dal soggiorno. Accesso alla terrazza troppo sacrificato. Un bagno troppo piccolo e incompleto. Una camera dalla difficile forma. Disimpegni troppo ampi.
RICHIESTE
  • Una cucina comoda e razionale;
  • Un grande soggiorno con spaziosa zona pranzo;
  • Un camino in soggiorno;
  • Camera matrimoniale con bagno privato e cabina armadio;
  • Una lavanderia con lavatoio;
  • Due camere separate per i bambini;

PROGETTO

Qui di seguito potete vedere il prima e dopo dei lavori e alla fine del post le planimetrie dello stato di fatto e del progetto.




In una parte del grande soggiorno attigua alla terrazza, con vista sulle splendide colline, è stata realizzata la cucina. E’ stata ingrandita la porta finestra di accesso alla terrazza ed è stata aperta una finestra a nastro sopra il lavello per fornire di  luce naturale la  zona cottura.
Cucina con vista
Il soffitto è stato ribassato per definire lo spazio ma anche per alloggiare la cappa di aspirazione e i faretti in gesso. In fondo alla cucina, dietro la porta bianca che vedete in foto è stato realizzato un piccolo locale di servizio che ospita la zona lavanderia e ripostiglio.
Quella che era la vecchia cucina e che vedete nella foto qui sotto, davvero troppo piccola in confronto alle dimensioni dell’appartamento, è stata trasformata nel bagno principale (un altro bagno è a servizio esclusivo della camera matrimoniale)








Il corridoio di accesso alla zona notte e l’ingresso, che erano di dimensioni molto generose, sono stati ridotti a favore delle camere. Il risultato è quello che vedete qui sotto:
  


Qui sotto invece potete vedere la quinta in cartongesso che è stata realizzata per ospitare le colonne della cucina.
Sotto ancora, la fase di montaggio del camino, fortemente voluto dai proprietari, che ha richiesto la posa di una canna fumaria, non presente in origine. Questo intervento è stato possibile in quanto l’appartamento si trova all’ultimo piano.



STATO DI FATTO

PROGETTO REALIZZATO
  
Effettivamente in questo lavoro tutto si è distrutto e niente si è conservato, perché non era possibile farlo ma spesso, anche con semplici interventi , è possibile dare un nuovo aspetto ai nostri spazi.
Vi aspetto al prossimo post, intanto…
Enjoy your Home!!


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