Ciao a tutti voi che leggete. Il titolo del post di oggi è una frase che per gli addetti ai lavori è ormai inflazionata ed è la definizione che il grande architetto elvetico-francese Le Corbusier, ha dato della casa: una macchina per abitare. Questo perché, secondo lui e secondo molti altri progettisti suoi contemporanei, le abitazioni avevano l’obbligo di assolvere determinate funzioni (il dormire, il cucinare, il mangiare, lo studiare)  in maniera pratica e precisa e il bravo progettista doveva essere in grado di disegnare la casa intorno all’abitante.

La casa doveva essere come un’automobile: pratica ed ergonomica.
 
 
 
 
Per chi avesse voglia di un piccolo approfondimento:
 
Le Corbusier
 
 e, per chi avesse ancora voglia di leggere
 
Fondazione Le Corbusier
 
Il suo pensiero si adatta molto bene alla passione che i progettisti hanno per i piccoli spazi.
Spesso progettare in spazi ridotti è una sfida molto più avvincente che non l’avere centinaia e centinaia di metri quadrati a disposizione.
 
Ne è la prova il fatto che uno dei più interessanti lavori (almeno dal punto di vista del pensiero, se non dell’utilità in sé ) del grande architetto contemporaneo Renzo Piano, nel quale ha convogliato gli studi e i pensieri di una vita, sia la casa minima chiamata Diogene , come il filosofo greco che rifiutò i lussi e le comodità dei suoi tempi (il IV sec. a.C. , fate voi che lussi… ), per vivere in una botte.
 
Tutto questo preambolo per dire che, per progettare bene e di conseguenza vivere bene non è indispensabile avere a disposizione grandi spazi perché, dove questi mancano, è sufficiente una buona dose di razionalità.
 
E anche per dire che le case (o le singole stanze) devono essere tagliate su misura degli utilizzatori, perché non esiste il bello e il comodo in assoluto ma solo ed  esclusivamente ciò che ci piace e ciò che ci sta bene “addosso” .



forma e funzione 1
tramite pinterest http://it.pinterest.com/gianlux68/




forma e funzione 2
(o anche: “la perfezione in poco spazio”)

fonte:http://mrgoodlife.co/post/96557635581/laferrari-in-paris-mr-goodlife

Questo è il pensiero di HomeRefreshing dunque: non uno stile predefinito, non imposizioni estetiche, ma studio delle necessità degli utilizzatori finali di ogni progetto, perché la casa sia tanto accogliente, quanto pratica e funzionale.
 
Vorrei dedicare i prossimi post ad analizzare uno per uno i vari ambienti e le varie funzioni della casa, dando un po’ di suggerimenti progettuali e portando ad esempio qualche immagine.
Vedrete stili molto diversi, dallo shabby al minimal, proprio perché credo che tutti siano in egual modo validi.
Come scrisse William Morris, il fondatore ideale del disegno industriale (anche se lui non sarebbe molto d’accordo con questo titolo)  ” Non avere nella tua casa nulla che tu non sappia utile o che tu non creda bello”, e in questa frase io leggo l’autorizzazione, nel rispetto di alcune regole, alla massima libertà di espressione.
Al prossimo post!


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