Vintage Blue Olivetti Underwood Typewriter. Bring back the old fashioned love letter on one of these! #vintahe #typewriter
Lettera 22, Marcello Nizzoli, 1950
prod. Olivetti


Questo post sarebbe dovuto essere una continuazione della discussione iniziata sulla progettazione della cucina. Ma i blog, si sa, sono come i diari, e spesso ci si scrive presi dall’ispirazione del momento. Questo nasce da una discussione avuta in questi giorni e da  una serie di considerazioni che non riuscivo a non elaborare.

Ormai il tarlo si era infiltrato nella mia mente e non potevo andare avanti a parlare di arredamento e progettazione prima di aver smatassato la questione che una serie di messaggi via whatsapp avevano tirato fuori.

Tutto è cominciato quando ho preannunciato a mio fratello che, prima o poi, avrei voluto scrivere un post sul perché scegliere di acquistare un oggetto di design.
La sua risposta è stata un secco commento: “ Il design è quella cosa bella da vedere e scomoda da usare”.
Mio fratello è una persona intelligente e colta e, oltretutto, ha un grande senso pratico. In più ha appena messo su casa, quindi si è appena scontrato con la realtà del vastissimo mercato dell’arredamento e del complemento. Detta da lui questa affermazione ha assunto ai miei occhi una gravità particolare.
E’ così che è percepito il Design oggi? Come una serie di oggetti di lusso, senza reale utilità pratica (nessun compito che non possa essere svolto anche da un oggetto X), belli non in maniera universalmente riconosciuta e senza un reale motivo per essere acquistati se non come ostentazione casalinga di uno Status?
Eppure il Disegno Industriale è nato con motivazioni etiche.
Il disegno industriale è nato, storicamente, con l’industria stessa, in contrapposizione all’industria, per opera di un gruppo di intellettuali che fondarono il movimento “arts and crafts“, in difesa del valore del lavoro artigianale dell’uomo, visto come l’unico capace di produrre, con l’abilità delle sue mani, oggetti belli e durevoli.
L’oggetto di Design è il prodotto di un processo industriale ma è partito da un’idea progettuale precisa, nasce dalla fantasia, dal sogno di un artista e ha la finalità di  essere funzionale e fruibile, oltre che bello.
La produzione industriale doveva permettere di dare forma alle idee dei designer a costi ridotti e in grandi numeri.
Il disegno Industriale in Italia è nato nell’immediato dopoguerra e ha trovato la sua voce, la sua coscienza in Enzo Mari. I suoi oggetti hanno come scopo principale la funzionalità e sono nati da creatività e metodo progettuale. Per Enzo Mari, il compratore non è un semplice consumatore ma un “partner”. Con la parola partner intende dire che il rapporto tra l’oggetto e il suo fruitore deve essere duraturo. Il Designer non deve pensare a produrre beni di consumo ma beni durevoli che ci accompagnano per molto, molto tempo, senza perdere la loro utilità, la loro funzionalità e la loro bellezza. Non sono oggetti di moda, ma oggetti che attraversano il tempo senza subirne i danni.
Nelle immagini seguenti, oggetti storici di produzione industriale, attuali e modernissimi e molto conosciuti. A fianco, in grassetto, la loro data di nascita.

1928, Chaise Longue LC4 , Le Corbusier
Chaise Longue LC4, Le Corbusier, 1928
prod. Cassina

Poltrona Sacco, Zanotta Gatti, Paolini, Teodoro Evergreen
Poltrona Sacco, Gatti-Paolini-Teodoro, 1968
prod. Zanotta

Panton Chair Classic, Verner Panton (1959/1960) edited by Vitra _
Panton Chair, Verner Panton, 1959
prod. Vitra
:: LIGHTING :: Floor lamp 'AJ' designed by Arne Jacobsen 1960 for Louis Poulsen #lighting
Lampada da terra AJ, Arne Jacobsen, 1960
prod. Luois Poulsen

Componibili come comodino (1)
Contenitori multiuso I Componibili, Anna Castelli Ferrieri,1969
prod. Kartell
Lampada Arco, A. e P. Castiglioni, 1962
Lampada Arco, Achille e Pier Giacomo Castigioni, 1962
prod. Flos

The Charles and Ray Eames Lounge chair, 1956, Vitra
Lounge Chair, Charles and Ray Eames, 1956
prod. Vitra
Tavolo Tulip - design Eero Saarinen
Tavolo e sedia Tulip, Eero Saarinen, 1956
prod. Knoll Int.
Egg Chair | Arne Jacobsen
Egg Chair, Arne Jacobsen, 1958
prod. Vitra
Parentesi, Achille Castiglioni e Pio Manzù, Flos, 1971
Lampada Parentesi, Achille Castiglioni e Pio Manzù, 1971
prod. Flos
Sedie serie 7, Arne Jacobsen , 1955
Sedie Serie 7, Arne Jacobsen, 1955
prod. Fritz Hansen
Charles & Ray Eames La Chaise, 1948. Originally designed for a competition at the Museum of Modern Art in New York, inspired by Floating Figure, a sculpture by Gaston Lachaise. Material fiberglass, chrome and oak. / Stardust
La Chaise, Charles and Ray Eames, 1948
prod. Vitra
letto Natalie di Flou - Vico Magistretti, 1978
Letto Nathalie, Vico Magistretti, 1978
prod. Flou
A nice, slightly rusty, vintage original Diamond Chair, designed by Harry Bertoia for Knoll in 1955.
Diamond Chair, Henry Bertoia, 1955
prod. Knoll Int.
I'm thinking of getting three of these chairs for our dining table. Two in white and one in a mint color.
DSW Chair, Charles and Ray Eames, 1950
prod. Vitra
Arricchisci il suo salotto con la lampada Eclisse, disegnata da Vico Magistretti nel 1965: un grande classico del design italiano. La calotta interna regola il flusso luminoso rievocando, appunto, un'eclisse di luna. <b>Artemide</b> (€ 144)
Lampada da tavolo Eclisse, Vico Magistretti,1965
prod. Artemide
Formosa Perpetual Wall Calendar
Calendario perpetuo Formosa, Enzo Mari, 1963
prod. Danese
Questi sono solo alcuni oggetti, tra i tantissimi che fanno parte della storia del Design, sono oggetti ai quali, guardandoli, non riusciamo a dare un’età, hanno più di 50 anni ma potrebbero essere stati disegnati oggi. Il loro valore è nella loro capacità di andare oltre una moda, di aver mantenuto intatta la loro bellezza, di essere il frutto della tecnologia e del pensiero progettuale di allora , attualissimo ancora adesso.
Il loro valore è anche nel fatto di essere diventati, a loro discapito, i prototipi per infinite copie. Di letti imbottiti ispirati dal Nathalie, che ha ormai 37 anni, ce ne sono una infinità, eppure quel letto è nato dalla genialità di un’unica persona. La lampada Arco, di Achille e Pier Giacomo Castiglioni è stata talmente copiata che si è reso necessario proteggerla con il Copyright. Le sedie Serie 7 di Arne Jacobsen, sembra impossibile che siano nate nel 1955.
Questi oggetti vanno oltre il pregiudizio espresso da mio fratello e che è convinzione di molti: sono indubbiamente belli da vedere e perfetti nella loro funzionalità, frutto di una attenta e lunga progettazione, frutto della collaborazione tra la fantasia (il sogno) del designer e la tecnologia del produttore.
La lampada Arco, di Castiglioni risponde all’esigenza di portare la luce in centro stanza (su un tavolo ma anche in un angolo conversazione) quando non si dispone di un punto luce a soffitto. E risponde a questo bisogno in maniera egregia, con un oggetto di un’eleganza unica, talmente unica da essere stato il primo oggetto di design industriale ad essere protetto dal diritto di autore.
Purtroppo spesso, ma non sempre,  si tratta di oggetti costosi e questo toglie loro la possibilità di essere fruiti su larga scala, così come invece avrebbe dovuto essere. Molti di questo oggetti, nati come pratici e semplici, sono diventati oggetti di lusso. Qui si dovrebbe aprire un’altra discussione, ma non era questo quello di cui volevo parlare.
In ogni caso questo non accade sempre e il design riesce ancora ad essere democratico.
I contenitori di Anna Castelli Ferrieri per Kartell, ad esempio, hanno prezzi che oscillano tra i 72 e i 210 € , per quelli con finiture particolari (prezzi su www.kartell.com). Considerato il loro valore estetico e la loro versatilità non è un prodotto che possa essere considerato di nicchia.

Kartell componibili in bagno
Componibili Kartell
come contenitori per il bagno

La lampada Parentesi di Castiglioni e Manzù è una lampada da terra che, grazie a un contrappeso , permette di far scorrere la luce su tutta la lunghezza del cavetto in tensione. La lampadina ha un doppio movimento di rotazione, su se stessa e intorno al cavetto. Perfetta in fianco a un divano o per illuminare un comodino. Costa circa 250€ (prezzo su www.lovethesign.com).

Anche la celebre Sacco di Zanotta, con rivestimento in tessuto “volo” ha un costo che non si allontana di molto da quello della Parentesi.

Sono tutti oggetti la cui bellezza non è diminuita e non diminuirà col passare degli anni

La mia intenzione, e spero di aver convinto, se non tutti, almeno una parte di voi, era di spiegare che l’oggetto di design non è “quella cosa bella da vedere e scomoda da usare” ma al contrario è un oggetto di uso quotidiano, dall’aria talmente familiare da non stancarci mai di vederlo in casa nostra. E’ quell’oggetto che possiamo ereditare dai nostri genitori, che può passare da una casa all’altra, da un decennio all’altro senza perdere il suo fascino, è quell’oggetto che pur essendo realizzato industrialmente racchiude al suo interno l’energia creativa del suo ideatore.

2 risposte a “Il Design, quella cosa bella da vedere ma…”

  1. Avatar Ciro

    Alle volte capita di pensare diversamente perché non tutti gli oggetti che il mercato propone sono come quelli che descrivi tu nell'articolo. Al salone del mobile a Milano mi è capitato di vedere oggetti di forme originali ma che al lato pratico non erano per niente comodi e funzionali. Ogni tanto certi designer cercano di puntare troppo sulla spettacolarità/originalità della forma. Penso che non sia per niente facile creare qualcosa che sposi in maniera uguale funzionalità e ricercatezza estetica.

  2. Avatar Paola Pirritano

    Ciao Ciro, scusa il ritardo nella risposta ma ogni tanto, purtroppo, non ricevo notifica dei comnenti. Gli oggetti che hanno forme originali ma, come spieghi tu, dal lato pratico non sono oggetti funzionali o comodi , non sono , dal mio punto di vista oggetti di buon design. Difficile che sopravviveranno alla prova del tempo. Quelli che ho selezionato hanno tutti più o meno 40-50 anni e se si usano ancora (non moda ma uso) vuol dire che soddisfano requisiti pratici e non solo estetici. Hai perfettamente ragione quando scrivi che è un lavoro difficile creare oggetti così. Ci vuole molta preparazione tecnica e la collaborazione con chi produce l'oggetto è fondamentale.

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