Oggi, 100 anni fa, nasceva a Milano quello che sarebbe diventato uno dei più importanti progettisti della nostra storia. Impossibile sintetizzare in poche righe tutto il suo lavoro, sempre in magico equilibrio tra la genialità assoluta e la ragionata funzionalità. Impossibile scrivere qualcosa che riesca davvero a celebrare il suo lavoro, ci vorrebbe un’enciclopedia. Impossibile però, in questa giornata, centenario della sua nascita, non dedicargli un pensiero. Il mio ricordo è una minuscola selezione dei suoi capolavori, molti dei quali realizzati con l’inseparabile fratello Piergiacomo.
Il primo dell’elenco è l’interruttore rompitratta, forse il progetto di cui andava più fiero. Usato da milioni di persone, ogni giorno, in tutte le case. La vera quintessenza del Design.
1.
Dal suo progetto sconosciuto a quello più conosciuto (e copiato), il primo oggetto di disegno industriale protetto da diritto d’autore. Il primo lampadario che porta la luce dove un punto luce sul soffitto non c’è. L’arco più famoso dopo quello a tutto sesto inventato dai Romani, lei La Arco:
2.
Poi i due premi Compasso D’Oro del 1979, uno conosciutissimo, l’altro un po’ meno: la lampada Parentesi, per Flos, progettata con Pio Manzù, scomparso nel 1969, prima che la Parentesi venisse messa in produzione e la struttura per letto ospedaliero progettata con la collaborazione dell’ortopedico Ernesto Zerbi. 
3.
 
4.
Iconico, immediatamente associato al suo nome e rappresentativo della sua idea di Design, lo sgabello Mezzadro progettato, insieme al fratello Piergiacomo, nel 1957 e prodotto ancora oggi da Zanotta:
5.
Compasso D’Oro nel 1984 per le posate Dry, prodotte da Alessi,
6.
Leggero, essenziale il tavolo scrittarello prodotto da De Padova è la sintesi perfetta della zona studio domestica.
7.
Questi sono solo una minima parte dei suoi 290 progetti di disegno industriale,  molti dei quali sono esposti nei più importanti musei del mondo e di cui ben otto hanno vinto il Compasso D’Oro. Altri 190 dei suoi progetti sono stati dedicati all’ architettura e li potete ammirare QUI, sul sito della Fondazione Castiglioni, nata nel 2011 per catalogare e preservare la memoria del lavoro di questo incredibile progettista, scomparso nel 2002, il cui “segreto” è racchiuso nella sua descrizione di come affrontare, ogni volta, un nuovo progetto.

«L’esperienza non dà certezza né sicurezza. Aumenta, anzi, le possibilità d’errore. Più passa il tempo, più difficile diventa progettare meglio. L’antidoto? Ricominciare ogni volta da capo, con umiltà e pazienza»

Achille Castiglioni 

P.S. Se, in questo 2018 o in altre occasioni, vi capiterà di visitare Milano, non dimenticate di visitare lo Studio Museo alla Fondazione Castiglioni, in Piazza Castello 27. Trovate  tutte le indicazione per la visita QUI.


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