Due post fa vi avevo annunciato che mi sarebbe piaciuto effettuare una carrellata dei vari ambienti della casa per parlare un po’ di progettazione e di stile.
Non ho dovuto nemmeno pensare da che parte della casa cominciare questo excursus, perché c’è una regola, dettata da centinaia di migliaia di anni di vita domestica, che stabilisce che è
 
 
LA CUCINA
 
 
il cuore e l’anima di ogni abitazione.
 

 

Lo è da quando i componenti delle famiglie primitive si raccoglievano intorno al fuoco, sotto le stelle o al riparo in una caverna, per  prepararsi il cibo, scaldarsi e proteggersi dalle insidie degli animali feroci.
 
Non importa che sia spaziosa o che sia un piccolo angolo cottura, che sia in stile minimal o country, la cucina rimane l’ambiente della casa che si vive di più, quello dove ci si incontra con la famiglia dopo una giornata di impegni, quello dove si intrattengono gli amici, quello dove, per anni, i figli prima giocano e poi studiano, nonostante abbiano camerette confortevoli, informatizzate e con scrivanie spaziose.



Una cucina pratica e informale. Il grande e robusto tavolo
è perfetto per accogliere le attività di una famiglia.
Fonte: www.homeadore.com


Per la scelta dell’arredo, la cucina impegna più tempo, più energie e spesso più risorse economiche di ogni altra parte della casa perché sappiamo che sarà il luogo in cui  passeremo più tempo, quello che riunirà tutta una serie di funzioni quotidiane, sarà il centro nevralgico della vita familiare.

Una cucina personale e colorata, fuori dai soliti schemi
Fonte: www.babble.com

 

Oltre a ricoprire il nobile ruolo di focolare domestico, la cucina è l’unico ambiente della casa in cui si lavora, a meno che non abbiate la fortuna di avere una cuoca fissa o non siate dei professionisti di Manhattan con l’abitudine di consumare tutti i pasti della giornata fuori casa.

E se provate a pensare a tutto il prendi, lava, pulisci, sminuzza, cuoci, mescola, svuota, riponi, apparecchia, sparecchia, capite cosa intendo dire.
E’ uno spazio in cui ci si muove molto, passando da una postazione all’altra e, perché il cucinare risulti agevole (e quindi piacevole) è necessario che gli spazi siano progettati in maniera adeguata.

Grandi colonne dispensa, un comodo piano di lavoro,
nicchie per gli oggetti di maggior uso.
Fonte: www.zillow.com
 

In cucina, come in nessun altro ambiente della casa,  tornano utili alcuni princìpi stabiliti dall’ ergonomia, la disciplina, nata negli anni ’40-’50 negli Stati Uniti e che da allora, seguendo passo  passo tutte le innovazioni tecnologiche, studia la qualità del rapporto tra una macchina e il suo utilizzatore.

 
I movimenti principali all’interno della cucina sono quelli svolti tra le tre postazioni per la conservazione, il lavaggio e la cottura dei cibi, quello che si chiama “il triangolo di lavoro”.
Tenuto conto del tipo di lavoro effettuato, con l’uso di strumenti taglienti, la presenza di fuochi, pentole bollenti ed elettrodomestici, è facile capire come una corretta progettazione risulti  molto utile anche per la prevenzione degli incidenti domestici.

Fonte: www.lavorincasa.com

 

Gli studi effettuati proprio su questo argomento hanno portato alla conclusione che, per avere il massimo della comodità, il perimetro di questo immaginario triangolo di lavoro, i cui vertici soo, no rappresentati da frigorifero, lavello e piano cottura, non dovrebbe superare i 6 metri di lunghezza. Per questo motivo, anche nel caso in cui si abbia la fortuna di avere a disposizione un locale molto spazioso, è importante che queste tre postazioni siano disposte in modo da non essere troppo lontane tra di loro.

In questo grande spazio il lavello e i fuochi sono stati posizionati a circa 150 cm
di distanza. Il piano di lavoro è comodo e gli spostamenti non sono ecccessivi.
Fonte: www.planete-deco.fr
Proviamo a pensare a come ci si muove in cucina preparando, ad esempio un minestrone (che non sia surgelato o in scatola):
 
Prendo le verdure dal frigorifero (CONSERVAZIONE) , mi sposto al lavello per pulirle (LAVAGGIO), le appoggio sul piano in fianco al lavello per poterle tagliare e, subito dopo le butto nella pentola piena d’acqua bollente (COTTURA). 
 
Questa riflessione ci fa capire che il lavoro è più agevole se rispettiamo quest’ordine nella disposizione degli elettrodomestici.  
 

Se le dimensioni del locale non sono proprio ridotte ai minimi termini, sarebbe corretto lasciare ai lati dei fornelli, abbastanza piano d’appoggio per sistemare pentole appena tolte dal fuoco o utensili e piccoli elettrodomestici durante l’uso.

E’ utile ricordare che il piano di lavoro che viene usato maggiormente, e che quindi in fase di progettazione andrebbe pensato abbastanza ampio (un lusso sarebbero 120 cm, comodità

90 cm, sufficienti 60 cm) è il piano di lavoro posto tra il lavello e i fornelli.

La comodità di una cucina dipende soprattutto da quanto spazio ho a disposizione tra il lavello e i fornelli.

Sembra una cosa banale ma, moltissime volte, mi è capitato di visitare case in cui, benché la cucina fosse recente e progettata dal rivenditore come servizio offerto al cliente, il lavello si trovava proprio attaccato ai fornelli, benché le dimensioni della cucina offrissero la possibilità di avere una zona di lavoro ben organizzata.

E non è solo una questione estetica o di praticità relativa. Lavorare bene in cucina evita di incorrere in incidenti domestici abbastanza frequenti, come tagli e ustioni. Non sapere dove poggiare una pentola bollente o avere uno spazio ridotto per affettare anche solo una carota, oltre a far passare la voglia di cucinare, può mettere a rischio la sicurezza delle vostre mani.
 
 
www.thehivemag.com

  

In base alla forma del locale e alla disposizione dei mobili il “triangolo del lavoro” potrà avere geometrie differenti.

Nei post seguenti tratteremo un po’ di esempi di disposizione di arredi in cucina, tenuto conto che non solo di arredo si tratta in quanto, pur non essendo noi dei cuochi professionisti, l’arredamento della cucina deve comunque assolvere alla funzione tecnica di agevolare un lavoro che siamo obbligati a svolgere quotidianamente.

Questa descrizione, a tratti schematica e un po’ tecnica, voleva avere l’intento di fornire spunti di base per una corretta  progettazione. Ma sono spunti, e la “regola del triangolo” o gli schemi compositivi possono essere modificati in base alle esigenze personali e ai vincoli impiantistici o strutturali, perché una cucina va progettata intorno al suo utilizzatore. L’importante è riflettere su quali sono le nostre  abitudini e le nostre esigenze.
 
Non  si acquistano molte cucine nel corso di una  vita, la spesa  sostenuta è in genere cospicua e le possibilità di modifica, una volta montata, sono poche (non la si sposta come si sposterebbe un divano). Pertanto è bene riflettere con calma e vagliare tutte le possibilità, prima di effettuare la spesa.
 
Pertanto, sia che ci si trovi a progettare la propria prima cucina in una casa in costruzione/ristrutturazione, senza avere il limite posto da impianti esistenti, sia che ci si trovi a voler cambiare solamente gli arredi o i complementi, è necessario analizzare il nostro stile di vita, stabilire quali sono le necessità e il budget in modo da non incorrere in errori che saranno poi difficili da risolvere.
 
Per quanto riguarda lo stile invece,  come potete notare dalle foto inserite in questo e nei  post successivi , non ci sono regole precise ed è importante che la cucina rifletta la vostra personalità e il vostro modo di abitarla e viverla.
 
Enjoy your Home!

 

 

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